LA RICERCA TECNICA E SCIENTIFICA DEI MATERIALI E DELLE TECNICHE DI RESTAURO DELLE OPERE D�ARTE
Questi studi hanno portato i seguenti principali risultati:
a) La costruzione di un’apparecchiatura computerizzata, poi brevettata, per l’erogazione del calore in ferri riscaldati, termocauteri, ecc.
Con questa strumentazione si può operare a partire da temperature di 40 °C, in modo stabile, in tutte le condizioni operative. Si possono così eseguire operazioni di restauro con applicazione di calore anche in dipinti molto sensibili alle temperature. Si può sostituire la “tavola calda" nella maggior parte delle operazioni di consolidamento, anzi, questa nostra apparecchiatura permette d’intervenire efficacemente in dipinti di grandi e grandissime dimensioni che non potrebbero essere contenuti in alcun modo, anche nella più grande “tavola calda" inoltre, si possono applicare strisce perimetrali ai dipinti, in luogo della foderatura, applicando calore solo localmente nei bordi delle
tele originali e non su tutta l’opera come accadrebbe con l’utilizzo della “tavola calda"
APPROFONDIMENTI:
(a) M. Verdelli, N. Presenti, M. Goretti, Il controllo delle temperature nel restauro delle opere d'arte: metodiche ed innovazioni tecniche, KERMES, 25, 1996.
L. Speranza, M. Verdelli, N. Presenti, Moderne tecniche nelle foderature trasparenti dei dipinti, KERMES, 46, 2002.
b) L’ideazione di un nuovo sistema di estrazione dell’aria all’interno di un sistema di sottovuoto, come la busta, applicato sia ai dipinti su tela sia alle tavole.
Tale sistema moltiplica esponenzialmente l’efficacia dei sistemi tradizionali; utilizza, infatti, dei moduli di aspirazione rigidi che creano una sorta di galleria per l’aspirazione dell’aria intorno al dipinto, consentendo di operare efficacemente anche ad un basso grado di vuoto: -10 kPa, circa il 10% del vuoto totale. Questa pressione è garantita in modo uniforme sull’intera superficie dell’opera.
Si possono eseguire in questo modo il consolidamento e le foderature dei dipinti con resine sintetiche con risultati qualitativi eccellenti e, si possono eseguire consolidamenti generali e settoriali utilizzando consolidanti naturali in delicati dipinti su tavola, senza spiacevoli effetti collaterali dovuti alle pressioni esercitate, come sprofondamenti degli strati pittorici sulle mancanze del supporto o schiacciamenti delle pennellate del colore.
c) Ulteriori ricerche hanno considerato studi sull’espansione dei consolidanti in sottovuoto e a pressione atmosferica per individuare le pressioni più efficaci e per ottenere la massima distribuzione dei consolidanti naturali (colletta a caldo). Queste pressioni sono state individuate tra -5 kPa e -10 kPa, circa il 5% e il 10% del sottovuoto totale. Inoltre sono state condotte ricerche sul comportamento impermeabilizzante del consolidante di sintesi Plexisol P550 nel trattamento di opere sensibili all’umidità
APPROFONDIMENTI:
(b) - (c) -M. Verdelli, N. Presenti, M. Goretti, Tecniche avanzate di sottovuoto nel restauro dei dipinti, Edifir-Edizioni Firenze, Firenze, 2007.
d) La realizzazione di nuove apparecchiature per l’applicazione del sottovuoto nei dipinti esposti al pubblico, senza doverli rimuovere dalle pareti e dalle cornici, operando alla presenza dei visitatori che possono visionare l’opera d’arte. Con questa attrezzatura si è in grado di consolidare le superfici pittoriche senza rimuovere la vernice finale e i ritocchi di precedenti interventi.
e) Lo svolgimento di proprie ricerche scientifiche in collaborazione con i laboratori di fisica dell’OPD e del CNR, con risultati che permettono di rintracciare i consolidanti introdotti all’interno degli strati pittorici dei dipinti su tavola, eseguendo per la prima volta nel campo del restauro dei dipinti mobili riprese radiografiche di consolidanti radiopachi e riprese termografiche di consolidanti con differenze di temperatura rispetto alla superficie del dipinto; in quest’ultimo caso si è potuta letteralmente vedere, in tempo reale, l’espansione dei liquidi sotto gli strati pittorici. Questi dati, come è facile dedurre, possono dare un contributo scientifico nella ricerca di tecniche di consolidamento, nel perfezionamento delle stesse, e nel testare il comportamento di consolidanti naturali e di sintesi.
(b) La termografia evidenzia la fase di espansione sotto gli strati pittorici del consolidante riscaldato.
APPROFONDIMENTI:
(d) - (e) A. Aldrovandi, N. Presenti, M. Verdelli, Indagini termografiche e sottovuoti localizzati nella conservazione dei dipinti su tavola. Nuove ricerche e risultati. OPD Restauro,18, 2006.